La città DISTOPICA

Questa serie di disegni riflette sulla città contemporanea – tra U|topia e Dis|topia. Caricature dell’invisibile che la generano e che modellano l’atmosfera della nostra bolla. Tre colori danno vita al sole.

ARCHETIPO 2020 | Antropologia Formale

La città e i suoi edifici ci rappresentano. Si potrebbe leggere nella solidità della materia il carattere, le emozioni e i desideri che la generano come gli animi di chi le dà vita.

Caricature spaziali rappresentate: 1 – L’architetto in cantina | 2 – L’interno abusivo | 3 – Il mare in soffitta | 4 – Attico appuntito | 5 – Homeless Streets | 6 – Il bosco in PVC | 7 – Villa festosa | 8 – Scala cardiopatica | 9 – L’osservante laborioso | 10 – Ufficio MonoNazionale | 11 – Trave spigolosa | 12 – Il vegano al sesto piano | 13 – Il tunnel volante | 14 – Piscina arrotolata

ICARO 2020 | La torre monofamiliare

La distruzione della memoria e dell’identità di Tirana, affidata all’architettura come mezzo di comunicazione, diventa indice di costruzione. Il paradosso generato dalla progettazione degli Starchitects, l’anarchia del singolo, l’istruzione piegata alle forme del potere e l’immigrazione di massa, generano visioni urbane ed emozioni complesse. Cambiamento, rapidità e rassegnazione divengono carburante della credibilità economica del giovane paese.

C. 19 BUBBLE CITY 2020 |Sequenza spazio / abitudinaria

La città si piega alla natura e in una danza pandemica si avvolgono e si contemplano a vicenda. Un abbraccio mediato da finestre distopiche dove si possono ammirare le necessità quotidiane fatte di “consegna a domicilio” e riunioni online mentre la natura invade l’asfalto con animali e aria pulita. La nostra esistenza sembra quasi una sequenza di spazi interconnessi dalle nuove abitudini dove l’esterno diventa “schermo/ news/ bolla” – qualcosa che sta li fuori.